Storia e patrimonio artistico

La più antica citazione di una proprietà della famiglia Pelucchi nel territorio di Sesto San Giovanni risale al 1180, nel Codice della Croce. È questo il primo riferimento ai possedimenti dei nobili sestesi che, nei secoli successivi, costituiranno l’insediamento dove ora si trova la Villa Pelucca, che ha dato il nome alla nostra Fondazione.

Nella seconda metà del Quattrocento viene costruita sulla proprietà della famiglia Pelucchi una villa, “La Pelucca”, attorno alla quale si forma un nucleo abitato. Da qui il nome, ancora oggi in uso, della zona a nord est di Sesto San Giovanni.

Nella prima metà del Cinquecento la Villa viene affrescata da Bernardino Luini con un ciclo, ora conservato alla Pinacoteca di Brera a Milano, che comprende la raffigurazione di storie dell’ Antico Testamento e di narrazioni mitologiche.

Il Novecento

Nel 1919 il Cavalier Giovanni De Ponti, rappresentante di una ricca famiglia di industriali tessili di Sesto San Giovanni, dovendo affrontare un serio intervento chirurgico fece voto che, recuperata la guarigione, avrebbe donato una somma “perché a Sesto sorgesse un ricovero atto a raccogliere i vecchi poveri lavoratori per trascorrere in quiete e riposo gli ultimi anni di loro sacrificata esistenza”. Il 19 marzo 1920, guarito completamente, il Cavalier De Ponti dona al comune 40.000 lire per la fondazione del Ricovero.

Nel 1925 viene individuata Villa Pelucca, di proprietà di Achille Puricelli Guerra, come luogo ideale per la realizzazione del Ricovero. 

Per disporre della somma sufficiente all’acquisto dell’immobile e alla ristrutturazione il Podestà di allora, Bianchi, intraprende una intensa campagna di sensibilizzazione che coinvolge tutta la cittadinanza sestese. L’acquisto della Villa viene concluso nell’agosto del 1926 e da quel momento si moltiplicano le iniziative a favore della nuova istituzione.

Il 4 luglio 1927 Villa Pelucca viene donata alla Congregazione di Carità di Sesto San Giovanni che si assume l’onere di gestire la “Casa di Riposo Vittorio Emanuele III per i vecchi poveri di Sesto San Giovanni”, inaugurata nell’aprile di quell’anno. La gestione della Casa di Riposo è affidata alle Suore Vicentine della Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino (Beato Cottolengo).

Nel 1937 l’Ente Comunale di Assistenza sostituisce la Congregazione di Carità nella gestione della Casa di Riposo.

Il 9 novembre 1949 la Casa di Riposo, con la denominazione “Ospizio per vecchi poveri e tubercolosi” viene eretta in Ente Morale (IPAB) con Decreto del Presidente della Repubblica.

Il 20 aprile 1961 la denominazione dell’Istituto viene mutata in “Casa di riposo per anziani – Città di Sesto San Giovanni“.

Patrimonio artistico

Villa Pelucca

In territorio di Sesto San Giovanni, nei pressi dell’antica strada per Monza, viene citata, fin dal 1180, nel Codice Della Croce, una proprietà della famiglia Pelucchi, a proposito di un contenzioso sorto tra Jacopo Pelucchi e l’Arciprete di Monza, relativo a diritti di irrigazione.

L’adattamento della proprietà a dimora signorile è avvenuto nella seconda metà del Quattrocento.
La villa costituisce, infatti, uno dei primi esempi architettonici scaturiti dal graduale processo di differenziazione verificatosi in Lombardia tra il castello e la residenza di campagna.
Tale processo che si conclude con il sorgere di vere e proprie ville-cascine ubicate a breve distanza da Milano e oggi per lo più assorbite nel tessuto urbano della metropoli.

La Pelucca si presenta come autentica villa perché la sua architettura non ha più nulla né del castello fortificato né della cascina, se non altro per la presenza di una sala di rappresentanza e di una vasta decorazione pittorica.

È arduo ricostruire oggi il profilo architettonico originale dell’edificio a causa di una profonda trasformazione intervenuta nel 1806.

In quell’anno viene aggiunto un secondo piano e trasformato il corpo principale, secondo il gusto neoclassico, per volontà del Vicerè d’Italia, Eugenio di Beauharnais, che riserva a suo uso l’appartamento affrescato.

Della Villa Pelucca, attraverso il corso dei secoli, rimane ancora oggi il nome malgrado i numerosi cambiamenti di proprietà.

Affreschi di Bernardino Luini

È arduo ricostruire oggi il profilo architettonico originale dell’edificio a causa di una profonda trasformazione intervenuta nel 1806.
In quell’anno viene aggiunto un secondo piano e trasformato il corpo principale, secondo il gusto neoclassico, per volontà del Vicerè d’Italia, Eugenio di Beauharnais, che riserva a suo uso l’appartamento affrescato.

Della Villa Pelucca, attraverso il corso dei secoli, rimane ancora oggi il nome malgrado i numerosi cambiamenti di proprietà.

Da un punto di vista artistico la fama della Pelucca è affidata agli affreschi di Bernardino Luini, pittore “delicatissimo e vago” secondo il Vasari, ispirato ad un sereno classicismo, uno dei Maestri della pittura lombarda del primo Cinquecento.
Bernardino Luini (1480-1532) decora la villa intorno al 1520 su commissione di Girolamo Rabia.

Gli affreschi, originariamente distribuiti in quattro locali, compresa la cappella, furono in parte staccati dal restauratore Barezzi nel 1821 e custoditi nella Pinacoteca di Brera, altri vennero portati alla luce nel 1906 dal Beltrami e anch’essi collocati a Brera, dove in parte ancora oggi si trovano.

Attualmente solo la controfacciata della cappella conserva la sinopia di “Santa Caterina portata dagli Angeli sul Monte Sinai”. Nel 2017 è terminato il restauro della Cappella effettuato dalla prof.ssa Pinin Brambilla, restauratrice del Cenacolo.